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Nel mercato del lavoro 3.0 per sopravvivere bisogna essere “liquidi”

Nel mercato del lavoro i tempi cambiano velocemente così come le nostre giornate diventano più frenetiche.

In un’era digitale che continua a mutare anche nella domanda di lavoro le competenze richieste non sono più soltanto quelle tecniche.
Per quanto riguarda le assunzioni, le aziende pongono sempre più attenzione a quelle che vengono definite soft skills, che fanno davvero la differenza al momento della selezione dei candidati a parità di hard skills, vale a dire di competenze pratiche.

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Se negli ultimi tempi avete partecipato a corsi di aggiornamento o a workshop già sapete di cosa stiamo parlando, se così non è, vi diamo un suggerimento: la parola d’ordine è “elasticità”.
Addio posto fisso, benvenuto lavoro volatile, creativo e flessibile!
La nuova generazione di lavoratori sta stravolgendo la concezione stessa di impiego, essa svolge mansioni completamente nuove e lo fa in modo innovativo.
È l’ascesa del lavoro liquido, la rivincita della libertà sulla gerarchia aziendale.
Un esempio possono essere le attività part time a incastro, i contratti a termine, la vita da freelance, i coworking, lo smartworking, i diversi committenti e la mancanza di un datore unico.
Siamo di fronte a un assaggio di quello che sarà il mondo del lavoro del futuro.
Nei prossimi anni gli uffici potrebbero sparire e anche le 8 ore di lavoro potrebbero non risultare adatte a inquadrare le attività umane.
Volendolo parafrasare, il concetto di “liquidità” fa riferimento alla caratteristica specifica dei liquidi che non hanno forma propria, piuttosto si adattano all’ambiente circostante, modificandosi continuamente e muovendosi con estrema facilità e fluidità.
Con uno scenario di questo tipo, in costante mutamento, caratterizzato da instabilità, incertezza, trasformazioni, è necessario che la persona acquisisca la capacità di cambiare e di adattarsi, imparando a gestire i rischi e le sfide delle trasformazioni, anche nel lavoro.

In un contesto tale o la comunicazione e la collaborazione assumono un ruolo primario per il buon funzionamento di qualsiasi business aziendale.

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Dal punto di vista di un dipendente, il passaggio verso il lavoro liquido rappresenta anche un’opportunità per gestire meglio la vita lavorativa e quella privata; dal punto di vista dell’azienda, invece, questa transizione si traduce nella necessità di realizzare spazi di lavoro più funzionali e flessibili.
Il concetto di liquido non è nuovo, al contrario, già il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nei suoi ultimi lavori, ha elaborato l’idea di “Società liquida”.
Egli, infatti, focalizzandosi sul passaggio dalla modernità alla postmodernità, ha fatto due distinzioni ben precise: il concetto di modernità sta allo stato solido, come la postmodernità a quello liquido della società.
Mentre nell’età moderna tutto era dato come una solida costruzione, nell’età della globalizzazione, invece, ogni aspetto della vita può venir rimodellato a seconda delle esigenze.

Insomma, siete tutti pronti ad abbandonare la visione di “posto fisso” e “scivolare” verso quella di freelance?

 

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