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Lavoro flessibile: vi sveliamo i Paesi più all’avanguardia

Il lavoro flessibile sta cambiando il mondo, trasformandosi in un aiuto per tanti giovani e in uno strumento di semplificazione del traffico in tante delle città più caotiche del mondo.

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Nel 2019 è stata stilata una lista dei Paesi più all’avanguardia sullo smartworking, tra i tanti:

  1. La Nuova Zelanda e l’aumento della produttività

Perpetual Guardian, una società fiduciaria con sede ad Auckland, ha condotto un esperimento, mai fatto prima, sulle pratiche del lavoro flessibile.
I risultati sono stati sorprendenti.
A 240 dipendenti della società è stato offerto un giorno libero alla settimana per sei settimane, senza modificare in alcun modo le altre condizioni di lavoro.
Stessa retribuzione, orario ridotto.
La sfida per i lavoratori consisteva nel mantenere comunque lo stesso livello di produttività di una settimana di cinque giorni. Ci sono riusciti? Sì, escogitando modi innovativi di lavorare in un intervallo settimanale ridotto.
La motivazione è semplice, se i dipendenti si sentono coinvolti dal loro lavoro e dal loro datore di lavoro, sono automaticamente più produttivi.
L’Auckland University of Technology e l’University of Auckland, attraverso una ricerca qualitativa e quantitativa, hanno dimostrato che l’esperimento della settimana lavorativa di quattro giorni ha migliorato l’equilibrio lavoro-vita privata dei dipendenti dell’azienda del 24%, ridotto i livelli di stress del 7% e aumentato “il livello di soddisfazione generale del 5%”.
Occorre sottolineare che non è stata riscontrata alcuna riduzione nelle prestazioni lavorative, ma, piuttosto, un aumento marginale delle stesse nella maggior parte dei team.
Tutto ciò ha suscitato grande interesse tra i media sia a livello nazionale sia internazionale.

  1. Al Sudafrica piace il controllo da remoto

Città del Capo, una delle città più congestionate in tutto il mondo, ha deciso di aiutare la sua forza lavoro a dire addio alle frustrazioni legate al traffico infernale che la caratterizza. Come? Adottando soluzioni di lavoro da remoto flessibile.
Le misure di lavoro flessibile, che comprendono opzioni di telelavoro, lavoro da remoto e lavoro da casa, possono aiutare a rimettere in moto la città.
Lo sanno bene le autorità che stanno cercando di convincere i datori di lavoro a diventare parte integrante di questa iniziativa. Fortunatamente, l’idea sta iniziando a prendere piede.

  1. La Germania e la ricerca dell’equilibrio

In Germania sono bastati alcuni “scioperi di avvertimento” all’inizio dell’anno per avvertire i datori di lavoro che i dipendenti non stavano affatto scherzando e spingerli a cedere alle pressanti richieste di opportunità di lavoro flessibile.
L’accordo raggiunto permetterà a quasi un milione di dipendenti del Baden-Württemberg di ridurre il proprio orario lavorativo settimanale da 35 a 28 ore per un massimo di 2 anni per occuparsi di impegni familiari!
Nel corso di una trattativa recente, Deutsche Bahn ha offerto ai suoi dipendenti la possibilità di scegliere tra un aumento dello stipendio, una riduzione degli orari di lavoro e un maggior numero di giorni liberi. Ebbene, più del 50% dei lavoratori dell’operatore ferroviario ha scelto di avere più giorni liberi.
Questo non mette in dubbio la dedizione al lavoro per cui i tedeschi sono tanto famosi, ma evidenzia il crescente bisogno di flessibilità.

  1. Il Giappone e i suoi (pochi) giovani

Il declino costante del tasso di natalità, l’invecchiamento della popolazione e gli effetti negativi del superlavoro sono sotto gli occhi di tutto il Giappone e dei reparti delle risorse umane. C’è, però, qualcosa che non torna: secondo le ultime statistiche ufficiali ben 600.000 giovani giapponesi sono disoccupati.
Il Governo corre ai ripari. Come? Con il lavoro flessibile, che dovrebbe aiutare i giovani ad acquisire le competenze rivelanti per diventare più appetibili dal punto di vista lavorativo all’interno di una forza lavoro altrimenti sempre più scarsa.
L’obiettivo è dunque quello di coltivare, anche mediante incentivi, una nuova mentalità nel mondo del lavoro giapponese, più orientata ai vantaggi offerti dal lavoro flessibile. Esempi pratici? Il lavoro da remoto, che, tra l’altro, ridurrebbe il numero di pendolari schiacciati nei treni del Paese, il telelavoro e altri metodi di collegamento agli uffici mediante Internet e il cloud.

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Al Direzionale Eur, la flessibilità è un fattore che contraddistingue tutte le nostre formule e i nostri uffici arredati rispetto ad altri in affitto tradizionale.
Il cliente ha la possibilità di scegliere l’ambiente più adatto alla sua attività, in sede o da remoto, e lo può utilizzare a seconda delle proprie esigenze per il tempo che ritiene necessario.
Offriamo uffici scalabili che seguono l’evoluzione del business delle aziende e con contratti temporanei non vincolanti, da un giorno ad 1 anno, rinnovabili.

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